Regione Campania

Screening Tumore del collo dell’utero

SCREENING PER IL CANCRO DEL COLLO DELL’UTERO

Il test impiegato nello screening per il cancro del collo dell’utero è il Pap-test, offerto ogni 3 anni alle donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni.

Cos’è il tumore del collo dell’utero

Lo screening per la diagnosi precoce del cancro del collo dell'utero si rivolge alle donne residenti in Campania e garantisce percorsi di qualità gratuiti in tutte le fasi. Il cancro del collo dell’utero (o della cervice uterina) è al secondo posto nel mondo, dopo quello della mammella, tra i tumori che colpiscono le donne (fonte: I numeri del cancro in Italia 2016 - Ministero della Salute).
I fattori che contribuiscono all’insorgenza del cancro, sono il fumo di sigaretta, le abitudini sessuali, la presenza in famiglia di parenti stretti con questo tumore, una dieta povera di frutta e verdura, l'obesità.

Gli esami di screening

Il test impiegato nello screening per il cancro del collo dell’utero è il Pap-test che deve essere effettuato da tutte le donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni, ogni tre anni.
Secondo le prove scientifiche disponibili è questo infatti, l’intervallo di tempo che rende massimi i benefici dello screening.
Il Pap-test consiste in un prelievo di una piccola quantità di cellule del collo dell’utero, eseguito strofinando sulle sue pareti una spatolina e un tampone. Le cellule prelevate, dopo essere state sottoposte a un particolare processo chimico, vengono analizzate al microscopio per valutare la presenza di alterazioni, che possono essere indice di una trasformazione in cellule tumorali.
Se il Pap-test non evidenzia nessuna anomalia, la donna viene invitata a ripetere l’esame dopo tre anni.

Gli esami di approfondimento

Se il Pap-test risulta positivo, vale a dire nei casi in cui l’analisi al microscopio mostra la presenza di cellule con caratteristiche pre-tumorali o tumorali, il protocollo dello screening per il cancro del collo dell’utero prevede l’esecuzione di esami di approfondimento. In primo luogo la donna è invitata a eseguire una colposcopia. Si tratta di un esame che permette la visione ingrandita della cervice uterina. In tal modo il medico è in grado di confermare la presenza di lesioni pretumorali o tumorali e valutarne l’estensione.
Alla colposcopia può far seguito una biopsia, cioè un prelievo di una piccola porzione di tessuto anomalo da sottoporre a un’analisi che confermi definitivamente le caratteristiche esatte della sospetta lesione.
A breve, partirà anche nella Regione Campania il test di screening basato sulla ricerca del virus HPV per le donne da 30 anni in su.

Il trattamento

L’adesione puntuale ai programmi di screening (in particolare il rispetto degli intervalli prefissati), aumenta notevolmente le probabilità di individuare lesioni a uno stadio di sviluppo molto precoce.
Ciò consente, il più delle volte, di interrompere il cammino della lesione verso il tumore avanzato, con un piccolo intervento chirurgico.
L’incidenza dei tumori della cervice uterina in Italia, negli ultimi dieci anni è diminuita di quasi il 25%, proprio grazie agli effetti positivi dello screening, del trattamento precoce, nonché della vaccinazione anti HPV.

Istruzioni per l'uso

I programmi di screening prevedono l’invito attivo della donna alla scadenza dei periodi stabiliti. Pertanto, a seconda delle modalità previste dal programma locale, la donna riceverà una lettera di invito dalla ASL di appartenenza per concordare le modalità e la data di esecuzione del test.